E'
da quando è nato il Ruttosound che ne ho sentite
di tutti i colori, alcune molto divertenti
del resto. L'anno scorso per la prima volta ho voluto
assistere alla competizione e come "prima volta"
mi sono voluto sistemare nel posto migliore, sotto
al palco appunto. Con me ho portato anche alcuni
amici che venivano da lontano. A fine serata erano talmente
entusiasti di come era andata la sera che oltre a comprarsi
uno stock di magliette i hanno fatto promettere di informarli
sulle date dell'anno successivo. In effetti sono stato
preso anch'io da un certo entusiasmo e puntualmente
anche quest'anno mi sono accaparrato l'appiglio alle
transenne di fronte al palco per rivendicare i miei
diritti di utente RAI, "sempre un posto in prima fila"
;-) . Fattostà che dall'anno scorso ho conosciuto molti
altri amici e ho avuto occasione di pubblicizzare l'evento,
purtroppo molti di loro venivano da molto lontano e
quest'anno ho scritto loro una lettera per raccontargli
la gara. Ne è risultato un articoletto interessante
e spero divertente che mi piacerebbe tu leggessi nel
caso volessi del materiale per il post rutto del prossimo
anno.
Di seguito la mia versione della serata del 18 Giugno
2002, la serata del Pavarutti & Friends.
Dunque, con grande sorpresa del pubblico la competizione
si è aperta con la gara di rutto in lungo, ricordo che
il record dell’edizione precedente è stato di 8 secondi
e qualche decimo. I concorrenti si succedono uno dopo
l’altro, facendo smorfie di impegno per dare del loro
meglio finchè non è il turno di un tipino basso e pelato.
Si avvicina al microfono e sfodera un rutto di dieci
secondi. La folla, per un attimo ammutolita, si lascia
andare in un grido di tifo sfrenato, la prestazione
ha lasciato sbalorditi tutti, alcuni della giuria piangono
dal ridere mentre applaudono "l’atleta". Ma dopo questa
uscita il concorrente pone la parola fine alla gara
in lungo, gli altri partecipanti infatti propongono
turbolenze che raggiungono a fatica i 5 o 6 secondi.
Siccome si hanno due possibilità ad ogni disciplina,
il campione temporaneo ci riprova e si supera con un
mostruoso rutto di ben undici secondi e qualcosa. Di
nuovo delirio della folla che ha visto nascere subito
nelle prime battute una nuova rivelazione del rutto.
Qualche minuto di pausa permette poi agli organizzatori
di allestire il palco per la seconda disciplina. Affiancano
infatti al microfono principale un altro microfono collegato
ad un fonometro, strumento che misura la potenza del
suono in decibel. Ha il via la seconda parte delle sfide,
qui se ne sentono di tutti i colori, ma ovviamente va
per la maggiore un tipo di rutto breve ma potente e
rumoroso. Al primo posto sale un ragazzo che ha "rumoreggiato"
raggiungendo 124.5 decibel. Altra breve pausa e si può
passare alla fase finale della manifestazione, il rutto
parlato. In questa parte della serata si è potuti assistere
a divertenti exploit, udendo frasi ruttate del tipo:
"C’è Gigi? No, è andato al ruttosound", oppure citazioni
da Zelig del tipo: "Fatti e non pugnette". Ma una volta
salito sul palco il campione dell’anno scorso è stato
il trionfo. Facciamo un piccolo salto nel passato, Eugenio,
l’anno prima aveva vinto il rutto parlato pronunciando
la frase: "Ragazzi, se volete ripetizioni chiamate al
349......" mandando in visibilio il pubblico.
Fattostà che quest’anno si avvicina al microfono e attacca
dicendo: "La vita è come la scaletta di un pollaio,
corta e piena di merda". La prestazione passerà
alla storia, mentre il pubblico applaudiva
ed esultava. A fine serata il vincitore che
aveva totalizzato i punteggi migliori ha vinto un viaggio
nel Mar Rosso. Alla manifestazione però hanno partecipato
anche alcuni personaggi degni di essere citati, come
il mitico Sergio, atleta delle colline di una cinquantina
d’anni il quale ruttava in maniera spaventosa dietro
ad una folta barba, nelle prime battute della gara era
addirittura in vetta alla classifica, perdendo poi posizioni
nel rutto parlato. Memorabile anche un certo Beretti
Davide, ragazzo diciottenne con una pancia da far paura,
un vero armadio da cento e passa kg a dorso nudo vestito
solo di un paio di braghini corti gialli e aderenti
e un mantello rosso con dietro le iniziali di Medio
Man. A parte l’effetto visivo, l’improvvisato medio
man non è stato all’altezza degli altri atleti. Da segnalare
tra gli ospiti fuori concorso un bambino di dieci anni
che si è esibito in una performance spaventosa, incredibile
ma vero, da quel metro e trenta di bambino uscivano
dei rutti degni dei più volgari frequentatori di pub
irlandesi. Ultima nota spetta al pubblico che quest’anno
si è stimato essere di circa 16 mila persone.
Come ogni anno poi l’intero ricavato è stato devoluto
in beneficenza a favore degli ospedali di Reggio
Emilia e Guastalla per l’acquisto di attrezzature per
la lotta contro le leucemie e per l’acquisto della risonanza
magnetica.
di Devis Ferrari (uno spettatore) |